Alcune
Considerazioni
sul
Trattato
della
Reintegrazione
degli
Esseri
V.M.A. Aspasia |
Il
“Trattato della
reintegrazione
degli esseri”
composto da
Martinez De
Pasqually ha
indubbiamente
una struttura
complessa che
richiama
l’immagine di
una costruzione
architettonica
del Tempo.
La narrazione
della Dottrina
non è sempre
cronologica,
Martinez
percorre il
tempo in avanti
e indietro, il
suo tempo non è
lineare bensì
circolare. Un
tempo circolare
inserito in una
struttura
geometrica, con
particolare
riferimento al
cerchio, al
triangolo e al
quadrato.
Martinez ha la
certezza che
“….. tutte le
epoche e le
elezioni prime
si ripetono fra
gli uomini e ci
fanno capire
ch’esse si
ripeteranno fino
alla fine dei
secoli. Il
seguito di
questo trattato
lo farà
comprendere
meglio ancora,
allorchè
mostrerò
chiaramente che
alla fine tutto
ritornerà come
all’inizio.”
(cfr.O.La Pera
op.cit.pag.205 -
§ 166)
In particolare
nella parte
dedicata
all’importanza
del tempo per
l’esercizio del
culto divino
(cfr.O.La Pera
op.cit.pag.179-200
- § 143-161) il
Maestro ha
voluto far
intendere che il
tempo dedicato
al culto non
deve essere
confuso con il
tempo ordinario.
Invece di usare
il termine
“tempo” si
potrebbe fare
riferimento alla
parola “altra
dimensione” o
“altro stato di
coscienza”. La
funzione
sacerdotale
richiede una
precisa
ritualità
ed un preciso
ordine nelle
operazioni del
culto, che deve
essere
tramandata con
rigore, il
cerimoniale del
culto divino
deve essere
perpetuato per
mezzo
dell’apostolato
per risvegliare
gli esseri
incoscienti. La
frase conclusiva
del paragrafo
161 a pag. 200
del testo citato
dice molto
chiaramente che
:
“.. il
cerimoniale,
così come i
tempi
convenevoli per
le operazioni
del culto
divino, sono
stati fin
dall’inizio
fissati e
regolati fra gli
uomini, e che
tutte queste
cose sono state
trasmesse dallo
spirito divino e
ch’esse non
provengono dalle
convenzioni
umane”.
Il Trattato è
ricchissimo di
simbologia. La
descrizione del
significato
simbolico
dell’Arca del
diluvio
appassiona
perché mentre si
leggono i brani
ad essa dedicati
si può avere la
sensazione
di vedere
dinanzi a sé un
grande uovo
immerso nelle
acque, un uovo
gravido di
“ogni principio
di creazione
delle forme
corporee”.
L’Arca
misteriosa è per
il Maestro
l’involucro
caotico
attraverso il
quale il primo
minore discende
in un corpo
materiale
terrestre e
viene
assoggettato
alla necessità
del tempo perché
la creazione del
“tempo” è stato
un atto
necessario
conseguente alla
prevaricazione
di Adamo. Con la
creazione del
“tempo” l’uomo
potrà riprodursi
solo
materialmente
in quanto
dopo la
prevaricazione è
stato privato
del verbo di
riproduzione
spirituale e
gloriosa.
(cfr.O.La Pera,
op.cit.pag.156-170
- § 122-137).
L’Arca fluttua
sulle acque come
il Creatore
fluttuava sul
liquido radicale
al fine di
venire a capo
del “caos” e
cioè al fine di
emanare le leggi
d’ordine e di
azione che il
Creatore stesso
aveva dato a
tutte le cose
contenute nella
massa informe e
caotica (pagina
234 del testo
citato).
Anche Mosè viene
fatto fluttuare
sulle acque e
viene deposto in
un cesto che
richiama
simbolicamente
l’Arca o
comunque un
contenitore.
Mosè condurrà il
popolo di
Israele nel
deserto per
quaranta anni,
la stessa durata
del diluvio.
La parte
dedicata a Mosè
è molto ampia. A
questa figura
viene dedicato
ampio spazio nel
Trattato e nello
scorrere delle
pagine si scorge
un rapporto
confidenziale
tra Mosè ed i
Figli di Israele
che si manifesta
attraverso il
dialogo diretto.
Questa forma
espressiva
induce a pensare
che Martinez
parla agli
Eletti per bocca
di Mosè e spiega
la sua dottrina.
Particolare è la
rappresentazione
figurativa del
“Quadro
Universale”
riportato a
pagina 268 del
testo di Ovidio
La Pera. Il
disegno
originale
tracciato dal
Maestro è stato
rielaborato e
reso più
leggibile da
Louis Claude de
Saint Martin. La
raffigurazione
del Quadro
Universale, che
rappresenta in
sintesi il
quadro reale
dell’intero
universo secondo
la visione di
Martinez, si
presenta come un
cerchio
sovrastato da un
semicerchio
aperto.
All’interno del
cerchio vi sono
altri cerchi,
tra cui
“L’Asse fuoco
increato”, vi
sono delle
sfere e dei
triangoli
collegati
attraverso una
linea
perpendicolare e
delle linee
orizzontali. E’
dunque una
rappresentazione
geometrica di
principi
spirituali che
utilizza simboli
antichissimi
quali appunto il
cerchio ed il
triangolo che
ritroviamo nella
rappresentazione
dell’Albero
della Vita.
Questa figura,
che si presenta
appunto come un
cerchio
sovrastato da un
semicerchio
aperto, simile
alle corna del
bue,
richiama una
forte analogia
con il
geroglifico
egiziano che
traccia una
testa di bue
cornuto. Il
geroglifico
egiziano è
considerato la
lettera più
antica
conosciuta,
dalla quale si
fa discendere
l’origine
dell’Alfa greca
e della lettera
“A” del nostro
alfabeto per
effetto di
successive
elaborazioni.
Nella lingua
ebraica la prima
lettera
dell’alfabeto è
l’’alef
la cui radice è
composta da tre
lettere:
alef, lamed e
peh. Quando la
radice viene
pronunciata
‘elef significa
“bue o bestiame
grosso”, se
viene
pronunciata
‘alluf significa
“il principe,
signore, sposo”
e se viene
pronunciata
‘allef
rappresenta il
verbo
“insegnare”
(tratto dal
libro di Annick
de Souzenelle
“La lettera,
strada di vita”
– Ed.Servitium).
Osservando il
disegno viene
spontaneo
chiedersi se il
Maestro abbia
voluto
rappresentare la
prima lettera
dell’alfabeto
ebraico “l’alef”
cioè il numero
“1”,
numero maschile,
simbolo della
forza divina
penetrante. Il
numero “1” è un
numero
misterioso che
collega
l’Increato con
il Creato perché
nasce dal
“Nulla” ed è
l’origine
del “Tutto”.
Il cerchio è
simbolo di
perfezione
assoluta,
mentre il
semicerchio che
lo sovrasta
richiama
simbolicamente
la “corona” e
quindi lo
splendore e la
gloria.
Nel cerchio, che
è il
contenitore, si
sviluppa il
contenuto della
creazione
atraverso le
varie figure
sopra
richiamate.
In questa ultima
parte del
Trattato
Martinez
sottolinea più
volte
l’importanza
della
prerogativa
che l’essere
umano ha di
esercitare
il “libero
arbitrio” poiché
è la libertà che
genera la
volontà e la
volontà
discrimina il
bene e il male e
ogni essere può
scegliere l’una
o l’altra via.
Il corpo fisico,
( definito come
il “tabernacolo
vivente”),
concorre al
processo della
reintegrazione
attraverso le
quattro porte :
il cuore,
l’occhio,
l’orecchio e la
bocca, che per
Martinez sono le
quattro porte
per realizzare
l’ascenso
spirituale ed il
collegamento con
l’Eterno.
Le ultime pagine
del Trattato
sono
dedicate a Saul,
il Re eletto
dagli uomini e
non dall’Eterno
e alla
Pitonessa,
“….. uomo
dell’Eterno
sebbene donna”
(pagina 347).
La Pitonessa è
l’oracolo al
quale ci si
rivolgeva al
fine di ottenere
predizioni.
Anche in questa
parte vi è un
dialogo che si
svolge tra la
Pitonessa ed il
Re Saul che
chiede il
responso sulla
battaglia che si
accinge ad
effettuare. Saul
vuole sapere le
conseguenze
future delle sue
azioni, anche se
nella sua
domanda vi è
l’implicita
convinzione che
l’Eterno conosca
già in anticipo
la scelta che
egli farà. La
Pitonessa
scoraggia il re
Saul a
combattere, ma
soprattutto lo
invita ad unirsi
all’Eterno e gli
predice un
destino tragico
per lui e per la
sua posterità.
Anche in questo
dialogo sembra
che Martinez
parla per bocca
della Pitonessa,
e spiega che
l’Eterno non
esercita
“l’arte di un
indovino”
perché se così
fosse
“….. egli
sarebbe il solo
creatore del
bene e del male”,
ma lascia alle
sue creature il
libero arbitrio
e, se l’azione
dell’uomo
“…. è buona,
egli la riceve,
se è cattiva, la
respinge, ma non
si oppone alla
volontà della
sua creatura”.
La Pitonessa,
ovvero il
Maestro,
precisa che
neppure gli
uomini sono
indovini, non vi
sono infatti
maghi o stregoni
perché l’uomo
perviene alla
conoscenza
soltanto
attraverso
“... penosi e
formidabili
travagli”,
e conclude il
brano
con le seguenti
enigmatiche
parole
:
“ Ecco, signor
re, quali sono
le virtù
potenti,
spirituali e
temporali, che
si manifestano
negli eletti dal
Creatore, il che
non accade negli
eletti dagli
uomini
temporali.
Quanto a ciò che
desideri sapere
da me, disponiti
ad ascoltarmi,
intendermi e
capirmi :
(Queste tre cose
sono allegoriche
alle tre parole
: cerca, bussa e
domanda). Niente
rispetto umano
né debolezza
materiale poiché
la tua anima
sarà forte, se
non è ancora
sottomessa allo
spirito di
contrazione
divina, ed essa
godrà dei frutti
delle operazioni
e dei lavori che
io vado ad
intraprendere su
tua
sollecitazione.”
(cfr.O.La
Pera, op.cit.pag.350-351
- § 281).
Il Re Saul non
terrà in
considerazione i
consigli della
Pitonessa e,
avendo
liberamente
scelto,
combatterà
contro i suoi
nemici e vedrà
realizzarsi
quanto l’oracolo
aveva predetto.
Il Re Saul
rappresenta
simbolicamente
l’essere umano
che esercita
fino in fondo il
libero arbitrio
ed agisce sulla
spinta della
propria volontà
subendo gli
effetti delle
proprie scelte.
Il Trattato di
Martinez de
Pasqually è
la dottrina
segreta della
caduta dell’uomo
dal piano
spirituale a
quello
materiale. Il
Trattato parla
della
possibilità
concessa
all’uomo di
salvarsi e
redimersi
attraverso
l’esercizio del
libero arbitrio.
Nella sua opera
ha sintetizzato
diverse
tradizioni
tra cui
l’Alchimia (cfr.O.La
Pera, op.cit.pag.93-96
- § 71-73 ),
l’Astrologia (cfr.O.La
Pera, op.cit.
§ 108-114 )
e la Massoneria
come si può
verificare ad
esempio nella
parte dedicata
alla progenie di
Caino, con
particolare
riferimento al
suo primo figlio
Enoch, a
Tubalcain suo
secondo figlio e
a Boaz suo
decimo figlio.
Enoch scavò le
viscere della
terra, mentre
Tubalcain
ricevette i
segreti
riguardanti la
scoperta delle
miniere e la
fusione dei
metalli. (cfr.
O. La Pera,
op.cit.pag.98-104
-§ 75-78).
Vi sono studiosi
della Dottrina e
dell’opera di
Martinez che
sono concordi
sul fatto che il
Maestro abbia
attinto dagli
insegnamenti
della corrente
cabalistica e
dalle sue
tecniche sulla
teurgia
che erano state
diffuse dalle
scuole
cabalistiche di
Spagna, con
particolare
riferimento alle
dottrine di
storici
cabalisti quali
furono Luria
Yizchack e
Schimon ben
Jochai.
La dottrina di
Martinez,
fondata su
diverse
tradizioni tra
cui quella
caldea,
cabalistica e
gnostica, per la
sua complessità
è considerata
una originale e
personale
rielaborazione
esoterica
occidentale al
quale era
pervenuto grazie
anche alla
frequentazione
di un gruppo
esoterico che
affondava le
proprie origini
in tempi assai
lontani.
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