Non di rado
incontriamo
persone
desiderose di
mondarsi
attraverso
rituali di
purificazione, e
non di rado le
identiche
persone sono
alla ricerca di
nuovi rituali,
quasi che la
quantità di ciò
che è appreso,
possa migliorare
la qualità di
ciò che si è.
Sarebbe lecito
interrogarsi se
questa istanza
di purificazione
derivi da
autentica
volontà di
rendersi sacri e
santi, oppure se
invece si
ricerca
solamente
un'espiazione a
ciò che la
coscienza o la
morale ritiene
nocivo.
Comprendere il
perchè ci
avviciniamo alla
purificazione, e
in generale ad
un rituale, non
è semplice
sofismo, ma
bensì utile
metro per
comprendere se
siamo
all'interno di
un ambito
devozionale, o
di una reale
volontà di
prepararsi a
successivi
impegni
teurgici.

La purificazione
di cui noi
andiamo parlando
non è
ascrivibile
all'ambito
religioso, non
risponde alla
necessità di
fare ammenda in
virtù di
comandamenti
infranti, non è
spronata da
sensi di colpa,
e neppure da
precetti morali,
ma bensì da un
atto
preparatorio ed
indispensabile
per poter
operare
correttamente e
proficuamente.
E' però utile
trattare
brevemente della
purificazione
nella sfera
religiosa, o
mesoterica, in
quanto tramite
il segno da essa
lasciato,
possiamo
risalire alla
sostanza di tale
rito.
In ambito
religioso la
purificazione è
l'atto con cui
un uomo si
monda, o viene
mondato da un
sacerdote, da
ciò che corrompe
la propria
anima, da ciò
che è
considerato
peccato o nocivo
all'interno del
rapporto di
fede. In ogni
religione il
concetto di
purificazione è
di primaria
importanza, in
quanto riporta
il fedele nella
grazia divina.
La mia
esperienza mi
porta ad
individuare almeno
sei tipi di
purificazione.
La prima è
quella
ammissiva,
attraverso la
quale colui che
vuole entrare
nella nuova
comunità si
sottopone a
purificazione,
tesa a liberarlo
del retaggio
della vita
precedente, in
modo tale non
solo di essere
accettabile
nella nuova
fratellanza (o
figliolanza), ma
impedire che
questa venga
corrotta da
qualcosa di
esterno.
Luca 2:22 Quando
venne il tempo
della loro purificazione secondo
la Legge di
Mosè, portarono
il bambino a
Gerusalemme per
offrirlo al
Signore,
Segue poi la
purificazione
delle cose che
devono servire
al compimento di
un rituale, o
dei luoghi del
rituale, in modo
da liberarle da
ciò che è stato
raccolto nel
loro maneggio da
parti di impuri,
oppure
esorcizzare la
loro parte
materiale, e
renderle così
utili e gradite
nel rito.
1Cronache 23:28 Dipendevano
dai figli di
Aronne per il
servizio del
tempio;
presiedevano ai
cortili, alle
stanze, alla purificazione di
ogni cosa sacra
e all'attività
per il servizio
del tempio,
2Maccabei 1:18 Stando
noi per
celebrare la purificazione del
tempio il
venticinque di
Casleu, abbiamo
creduto
necessario darvi
qualche
spiegazione,
perché anche voi
celebriate la
festa delle
Capanne e del
fuoco, apparso
quando Neemia
offrì i
sacrifici dopo
la ricostruzione
del tempio e
dell'altare.
Abbiamo poi una
purificazione
espiatoria
attraverso la
quale il fedele
offre un
sacrificio o
tiene un
comportamento
onde equilibrare
quanto compiuto
in precedenza e
contrario ai
dettami della
comunità
religiosa di cui
fa parte.
Ezechiele 43:22 Il
secondo giorno
offrirai, per il
peccato, un
capro senza
difetto e farai
la purificazione dell'altare
come hai fatto
con il giovenco.
Ezechiele 43:23 Terminato
il rito della purificazione,
offrirai un
giovenco senza
difetti e un
montone del
gregge senza
difetti.
Numeri 19:13 Chiunque
avrà toccato un
cadavere, cioè
il corpo di una
persona umana
morta, e non si
sarà purificato,
avrà profanato
la Dimora del
Signore e sarà
sterminato da
Israele. Siccome
l'acqua di purificazione non
è stata
spruzzata su di
lui, egli è in
stato di
immondezza; ha
ancora addosso
l'immondezza.
Numeri 19:20 Ma
colui che,
divenuto
immondo, non si
purificherà,
sarà eliminato
dalla comunità,
perché ha
contaminato il
santuario del
Signore e
l'acqua della purificazione non
è stata
spruzzata su di
lui; è immondo.
Altra forma di
purificazione è
quella
preventiva (a
cui si
sottoponevano i
crociati), di
colui che sa che
per perseguire
un fine di
gloria, deve
comunque operare
un male
relativo.
Ancora vi è la
purificazione
consacrativa,
rivolta a colui
che dal corpo
dei fedeli viene
compreso nella
gerarchia
sacerdotale.
Ultimo esempio è
la purificazione
sacerdotale, che
è propria del
sacerdote che si
deve apprestare
a compiere un
rito.
Ovviamente vi
sono poi rituali
di purificazioni
strettamente
connessi al
succedersi delle
stagioni, in
quanto in
concomitanza con
ricorrenze
religiose, o
lunazioni,
equinozi e
solstizi (per le
realtà legate ad
operatività
luni-solare) vi
è l'esigenza di
riallinearsi al
mutamento
astrale, o
prepararsi ad
altri rituali di
cui la
purificazione è
atto precedente
e necessario.
Esaminati
velocemente i
vari tipi di
purificazione,
riflessione che
dovrebbe sempre
accompagnare
colui che opera
onde poter
determinare i
giusti strumenti
necessari al
rito, mi preme
scendere nella
sfera più
profonda del
nostro oggetto
di indagine.
Onde procedere a
riflettere di
ciò che è, e non
attorno a ciò
che dovrebbe
essere. Onde
evitare le
ipocrisie, i
veli, le
illusioni di cui
abbiamo trattato
in apertura di
questo lavoro.
Per ottenere
tale risultato
trovo utile
l'analisi
dell'etimo, di
ciò che sta alla
radice del
nostro
disquisire.
Purificazione è
un termine che
deriva dal
Latino
purificationem
(rendere puro).
Da cui deduciamo
che viene reso
puro ciò che in
precedenza non
era puro.
L'etimo della
parola puro
(purus:rendere
netto) ci pone
come riflessione
che la
purificazione è
riportare ad uno
stato di
essenzialità, di
semplicità,
nettezza, ciò
che in
precedenza aveva
perduto questo
stato. Degno di
interesse, per
la nostra
riflessione, è
notare come la
radice di puro
ha decisa
attinenza con
quella di fuoco
pyr, suggerendo
che l'esser puro
deriva da
un'azione ignea.
A tal proposito
ricordo gli
illuminati
pensieri di
Jacob Bohme: "
Tutte le cose
hanno origine
dalla radice del
fuoco, come in
un duplice
parto, nella
luce e nelle
tenebre " Ancora
sull'affinità
fra fuoco e
purificazione
riporto questi
passi di
Fulcanelli:" In
effetti, il
crogiolo, è il
luogo in cui la
materia prima
soffra la sua
passione come
Cristo. Ma essa
muore per poi
rinascere,
purificarsi,
divenire spirito
e trasformarsi"
Se è quindi
intuitivamente
chiaro che la
purificazione
può essere vista
come la
liberazione di
ciò che è
estraneo alla
natura di quanto
viene
purificato,
rendendolo
quindi diversa
da ciò che è in
natura, non
vorrei che
l'afferare in
modo così
"semplice" la
questione,
portasse a
sottovalutare
l'essenzialità
della stessa. La
purificazione,
la reale
purificazione
nell'opera, non
tende e non può
tendere a far
diventare buoni
e giusti,
espressioni
psicologiche ed
imitative,
quanto piuttosto
a rendere puro e
netto (radicale)
ciò che puro e
netto non è.
Onde render
ancor più chiaro
il concetto la
Purificazione è
come lo scavare
nella sabbia
alla ricerca di
cosa ivi è
occultato.
Solamente quando
ciò sarà
completato
sapremo quanto
era celato dalla
sabbia (che
rappresenta gli
elementi mobili
e molteplici
raccolti attorno
all'essenza), e
quanto anderemo
trovando può
anche non
piacere.
Quanto fino
adesso esposto
non è una
particolare
lettura della
purificazione, o
un particolare
tipo di
purificazione,
ma è il concetto
antico e
tradizionale
della stessa,
non mediato nè
dalla sfera
religiosa e nè
da quella
sociale e
psicologica. E'
sommamente
giusto
comprendere che
molto di ciò che
oggi viene
proposto è
solamente
l'ombra di
quanto era in
passato, e molti
di coloro che
oggi propongono
non sono altro
che ombre dei
maestri del
passato.
Quanto sopra
esposto in
alchimia è
chiamato
Calcinazione,
l'azione di
purificazione
attraverso il
fuoco che fa
evaporare,
deumidificare,
polverizzare,
tutto ciò che è
inclusione,
estraneità
all'essenzialità
dell'elemento
che desideriamo
purificare da
ciò che è
impuro.
Fino a quando
non conosceremo
noi stessi, ogni
riflessione su
noi stessi e
ogni movimento
su noi stessi
altro non sarà
che illusorio.
Ed è su questa
semplice verità,
su questo
principio di
indeterminazione
essenziale, che
naufragano non
solo le scuole
di stampo morale
ed illuministico
come la
massoneria, ma
anche quelle
scuole che
ritengono di
offrire una
visione
integralista
dell'uomo
facendolo
ritenere libero,
solamente perchè
segue dei
precetti di
figure
avatariche. Le
prime hanno la
pretesa di
portare l'uomo a
conformarsi a
degli ideali
preventivamente
fissati,
imponendo quindi
dei
comportamenti
che come tali
sono afferenti
al mondo
esteriore, e
puramente di
facciata. Le
seconde non
mirano certo a
rendere gli
uomini liberi,
ma condannati a
conformarsi alla
visione parziale
del fondatore
della scuola,
stabilendo dei
significanti a
degli
accadimenti, e
funzioni in
grado di
pervenire a tali
accadimenti.
Creando così un
vizioso ed
illusorio
circolo, che
assomiglia ad un
circo di
campagna.
Vorrei adesso,
in conclusione,
spendere una
riflessione
attorno agli
strumenti, o
meglio agenti di
purificazione.
Ben sappiamo
come la
tradizione
religiosa e
magica indichi
nei profumi,
nelle abluzioni,
nell'opera
dell'incenso e
di particolari
piante un'azione
purificatrice.
Ed è altrettanto
ovvio che ognuno
di questi agenti
ha proprie
peculiari
caratteristiche,
che comportano
un suo più
idoneo impiego
in certi
frangenti, in
virtù
dell'intendimento
su cosa e perchè
purificare, e
sulla durata
della
purificazione.
Ad esempio
l'azione
dell'incenso è
notevolmente
inferiore a
quella delle
acque, ma è
maggiormente
utile nel
momento in cui
si rende
necessaria una
purificazione
concomitante
all'esercizio di
un rito quale
quello
equinoziale o
solstiziale. Il
lettore non avrà
immagino
difficoltà
nell'erudirsi
attorno a simili
informazioni,
ogni buon libro
di magia
cerimoniale
riporta la
propria ricetta
di impiego.
Banale ricetta,
oso aggiungere,
se non è chiaro
che esistono
varie forme di
purificazione, e
che ognuna di
essa altro non è
che una versione
parziale
dell'autentica
purificazione di
cui abbiamo
parlato fino ad
ora.
Se abbiamo
indicato la
radice comune o
prossima fra
purificazione e
fuoco, se
abbiamo
ricordato come
l'azione di
questo elemento,
o calcinazione
alchemica, siano
il vettore da
sempre deputato
ad una certa
azione di
purificazione,
vogliamo qui
suggerire un
elemento che ben
si adatta ai
nostri tempi
caotici, dove
molti si agisce
per magica
simpatia, e in
misura eccedente
presente in noi:
l'acqua.
Il battesimo
rituale di
purificazione e
ammissione trova
nell'acqua
l'agente, il
mezzo attraverso
cui l'uomo viene
mondato dei suoi
peccati, viene
risvegliato a
nuova vita:
riportando alla
mente la nascita
(il feto è
immerso nel
liquido
all'interno
dell'utero
materno,e
l'approssimarsi
della nascita
viene anticipato
dalla rottura
delle acque.)
Nell'intenzione
di riportare
alla luce,
tramite
un'azione rapida
ed uniforme,
quanto si cela
sotto il velo
del mondano,
occultato dalla
nostra struttura
psicologica,
dalle sicumere,
dalle ipocrisie
morale, dai
bisogni sociali,
niente come
l'azione delle
acque corrosive
è maggiormente
indicata per il
conseguimento di
tale opera. La
meraviglia di
queste acque, di
un liquido che
agisce contro
altro liquido,
di un'acqua che
arde
violentemente,
ed in virtù
delle qualità
proprie di
questo elemento
si mostra
invasiva di
tutto ciò che
offre
arrendevolezza e
permeabilità ad
essa.
Infiltrandosi
nelle profondità
del nostro
essere con una
doppia azione
esterna ed
interna, le
acque sono in
grado in uno
spasmodico
momento di
rettificare il
nostro essere,
permettendoci di
cogliere
l'essenziale
verità su noi
stessi.
Non potendo qui
altro aggiungere
lascio a voi,
che fin troppo
pazientemente mi
avete seguito,
riflettere
attorno alla
natura di queste
acque.
Concludo
tornando alla
purificazione
intesa come atto
indispensabile e
precedente al
compimento di
particolari
riti. Sarebbe
veramente nocivo
ed illusorio che
l'animo
dell'operatore,
che il suo agire
trovi movimento
da sensi di
colpa, o dalla
volontà di
essere persona
più buona. Ciò
che intendiamo
essere il male e
il bene, sarà
sempre
espressione
dell'uomo
stesso, che è
portato a dare
significato
morale agli
accadimenti. In
quanto la morale
è spesso il
surrogato della
conoscenza, un
sostituto, una
traccia di guida
per chi non è
guida, e neppure
ha la
particolare
ambizione di
affrontare un
percorso di
libertà.
Ciò che deve
esser sostegno
in questa
azione, deve
esser piuttosto
la volontà,
attraverso atti
simbolici e
simpatici che
devono essere
poi
interiorizzati,
di portare alla
luce da un lato
il pensiero
vergine
indispensabile
per officiare un
rito, e
dall'altro di
rettificare le
energie interne
e liberare i
canali
attraverso cui
esse dovrebbero
fluire. Questo
in un'ottica di
lavoro
integrale. Altro
senso non può
motivarle, e
neppure può
spronare
l'operatore.
Le abluzioni
permettono di
rimuovere tutto
ciò che si è
avviluppato sul
nostro corpo
fisico, mentale
ed eterico,
drenando da essi
energia,
impedendo la
corretta
interazioni di
questi parti
egualmente
necessarie ad
operare sui vari
piani in cui
l'uomo si
staglia. Le
fumigazioni,
simbolo
dell'azione
delle fiamme,
permettono di
essiccare ciò è
sovrabbondante,
e che ostruisce.
Ma come
ricordato questi
accadimenti,
questi simboli
esteriori,
devono essere
riportati al
nostro interno,
altrimenti la
loro opera
simpatica non
potrà
sussistere, e
tutto il lavoro
sarà solamente
psicologico.