New Age: Età
dell’Acquario o
del Lupo?
di Fulvio Mocco
La selva oscura
dell’ottocento
ha sviluppato un
folto sottobosco
di correnti
ibride come il
Teosofismo della
Blavatsky o
l’Antroposofia
di Rufolf
Steiner,
inserite in un
variegato
fermento di
sette, regolari
o selvagge, a
torto o a
ragione convinte
di rivendicare
collegamenti con
tradizioni che
si perdevano
nella notte dei
tempi. A ciò si
aggiunsero i
fenomeni
spiritici che
dopo le sorelle
Fox costituirono
un vero cemento
fra realtà di
difficile
catalogazione.
La medianità era
diventata un
rischioso gioco
di società, dove
superstizione e
magia delle
campagne si
fondevano con
veri fenomeni
extrasensoriali,
possessioni,
infestazioni, e
dove l’odore
d’incenso si
mescolava a
quello dello
zolfo.
Allo spiritismo,
oggi riciclato
come “channeling”,
si è mescolato
poi l’altro
refugium
peccatorum, la
reincarnazione,
che ha fatto
propria anche la
teoria
darwiniana
dell’evoluzionismo,
per cui tutti
gli esseri
sarebbero
destinati ad un
percorso,
indipendentemente
dallo loro
natura di
nascita.
L'evoluzionismo
teosofico,
Infatti,
vorrebbe
promuovere lo
sviluppo del
"potere
occulto",
preoccupandosi
molto meno del
"risveglio".
Anticipando
effettivamente
l'ottimismo
dell'Età
dell'Acquario,
si rivela in
fondo un ibrido
fra Darwinismo
scientista e
spiritismo alla
Kardec. Anche il
proposito di
"formare una
fratellanza
universale senza
distinzioni di
razze, credo,
sesso e rango"
sembra più una
velleità sociale
e morale che
iniziatica, e
ricorda un
protestantesimo
dalla ritualità
quasi laica. Ma
la cosa peggiore
è l’idea che si
debbano
accettare le
credenze e le
idee più strane
per il fatto che
ogni dottrina
conterrebbe un
granello di
verità, e così
ci si sente
autorizzati a
prendere un po’
di qua e un po’
di là dalle
varie
tradizioni,
assemblando
tutto insieme
con un metodo
che non è altro
che un
materialismo
trasportato su
altro piano, e
non una conferma
di una unità
trascendente.
Il decadere
della religione,
la paura della
malattia e della
morte di cui
ormai odora
l’intero pianeta
ha acuito
preoccupazioni
ecologiche e
salutistiche, la
ricerca di
poteri, armonie,
equilibri
psicosomatici da
figli dei fiori,
creando appunto
la New Age,
peraltro in
decadenza oltre
oceano, ma
giustamente
arrivata in
Europa dalla
California col
consueto
ritardo, come
per altri
prodotti di
consumo.
Si volle vedere,
nella
retrocessione
del punto
vernale nel
segno zodiacale
dell’ Acquario,
un roseo
rinascimento
umanistico,
quasi
fisiologico e
scontato,
nonostante o
proprio per
l’agonia di un
pianeta
surriscaldato e
inquinato.
Certamente i
significati del
segno zodiacale,
col suo senso
del futuro e una
certa
propensione
carnevalesca e
surreale hanno
contribuito a
questa
illusione, senza
rendersi conto
che nel Kali
Yuga i valori
tendono ad
oscurarsi o ad
invertirsi.
Nella tradizione
nordica si parla
di Era del Lupo,
il lupo Fenrir
che i guerrieri
raccolti nel
Walhalla dalle
Valchirie
dovranno
affrontare nella
battaglia
finale.
Nella New Age
tutto ciò che è
eterodosso ha
assunto un
valore anormale:
yoga
occidentalizzati
in modo
amatoriale,
nuove religioni,
psicoterapie
bizzarre per
curare lo
stress, training
fisici e
mentali,
astrologia
karmica e fatta
ad hoc per
superare i punti
deboli invece
che per
accettare la
propria natura,
o per fissare i
tempi dei riti
magici, ma
soprattutto
medicine
alternative, la
nuova vacca da
mungere, anche
sull’onda di un
“biologico”
spesso solo di
moda e senza
veri controlli.
E’ sintomatico
che il
visionario
Rudolf Steiner,
famoso anche per
aver detto che
l’uomo non
avrebbe mai
potuto andare
nello spazio
senza esserne
distrutto, abbia
messo
l’Antroposofia
al posto della
Teosofia:
conoscenza dell’Anthropos,
l’uomo, sia pure
cosmico, al
posto di quella
del divino, e
che abbia
preteso di
creare una
religione
“scientifica ed
evoluzionistica”.
Personaggi
ambigui come
Wilhelm Reich
hanno conosciuto
una nuova
stagione venendo
adottati dalla
bioenergetica.
Ricordiamo come
il Reich,
scopritore
dell’azzurro
“orgone”,
considerasse la
desertificazione
del pianeta non
dovuta alle
emissioni
industriali, ma
agli Ufo, contro
i quali aveva
anche inventato
un suo “cannone”
speciale capace
di distruggerli.
Inventò anche un
macchina per
curare il
cancro, cosa per
cui fu
incarcerato,
morendo poi in
modo misterioso.
La comunità
ebraica, fra
l’altro, non lo
difese affatto,
contrariamente
al solito.
Sarà poi anche
la volta, nella
New Age,
dell’energia
della piramide,
che dovrebbe
rigenerare le
lamette e
mummificare i
composti
organici,
ennesimo
stravolgimento
di una antica
idea, un’energia
proveniente da
Sirio, placenta
della vita per
gli Egizi.
Abbiamo anche il
Feng-Shui, o
arte di disporre
le case secondo
il magnetismo
terrestre, il
Reiki, e così
via…
Nessuno nega che
in origine tutte
queste cose
potessero avere
un loro valore,
ma la loro
volgarizzazione
serve oggi solo
a favorire i
venditori di
illusioni e a
proporre una
spiritualità da
fast food. Del
resto, anche in
ambito più
elevato, I
Rosa+Croce
concedono sempre
iniziazioni per
posta o via
internet a
pagamento.
Dall’oriente
sono poi giunti
vari guru che,
sfruttando la
leggerezza o la
cecità degli
occidentali, si
sono ingrassati
alle loro
spalle. Lo
stesso
Krishnamurti,
che aveva
dichiarato come
non si dovesse
ricercare nessun
maestro, non ha
fatto altro che
indire
conferenze in
tutto il mondo,
anche in ambito
accademico, per
costruirsi quel
ruolo che voleva
negare.
Il fenomeno più
eclatante è però
la credenza
nella
reincarnazione,
vera koiné
capace di unire
i diversi
linguaggi
occultistici, in
primis
teosofismo,
antroposofia e
spiritismo. Il
concetto di
reincarnazione
non è che una
volgarizzazione
di quello della
trasmigrazione,
cioè del
passaggio ad
altre forme o
stati
d’esistenza, non
umani, diciamo
angelici o
demonici, per
semplificare.
Quell’idea
paradossale non
fa che rinviare
indietro e
all’infinito,
senza mai
risolverlo, il
problema morale.
Non insiteremo
sull’impossibilità,
per la
Manifestazione
metafisica, di
esprimersi due o
più volte nello
stesso
individuo,
ricorderemo
piuttosto come
l’uomo che non
ha raggiunto in
vita
l’illuminazione
(la più parte di
noi) morendo
crei soltanto un
demone che
assimila le
tendenze
istintive ed
ereditarie, e le
trasmette. Ciò
che trasmette,
in pratica, è
solo
l’impersonale
brama di vivere.
Ciò che viene
dalla terra non
può che tornare
alla terra.
Nel teosofismo,
per esempio, il
karma passa da
una nozione
trascendente ad
una moralistica,
che finisce per
opprimere chi
non si conformi
alle “leggi
dell’evoluzione”,
con
estrapolazioni
altruistiche,
umanistiche,
egualitarie,
compreso il
solito
vegetarianesimo
per poter
risparmiare i
nostri “fratelli
minori”, gli
animali,
creature non
ancora “sulla
via del
progresso”, come
se le piante non
contassero
nulla.
Al contrario,
l’idea
originaria del
Vedanta è che la
rinascita è
privilegio di
pochi e riguarda
ormai solo
virtualmente
l’umanità
odierna del Kali
Yuga.
“Si può dire che
la
reincarnazione
sia un’idea
giusta se ci si
riferisce
unicamente a
quell’ente
irrazionale che,
consumato un
corpo, nella sua
sete uniforme e
inesausta di
vita, passa ad
altri corpi, mai
elevandosi ad un
piano superiore”
(Julius Evola,
“Maschera e
volto dello
spiritualismo
contemporaneo”,
Bocca, Torino
1932).
Il “risvegliato”
ricorda altre
vite non perché
abbia già
vissuto, ma
perché si
identifica in un
“noi”, in quanto
è stata abolita
la differenza
fra uno e molti.
In definitiva la
New Age,
abbeverandosi a
queste false
idee, designa un
coacervo di
correnti fatte
ad hoc per
l’uomo d’oggi,
cosciente solo
di ciò che si
percepisce coi
sensi fisici,
preoccupato dei
pregiudizi e
delle
superstizioni
moderne: la
scienza,
l’economia, il
progresso, la
lotta di classe,
la vita
ordinaria coi
suoi valori
borghesi, la
religione come
devozione e
fideismo, la
divulgazione e
la
volgarizzazione
di cose
riservate a
pochi che
diventano
democraticamente
per tutti,
l’inconscio che
sostituisce l’io
trascendente, la
psiche che
sopravanza lo
spirito.
L’esperienza del
trascendente e
del sacro che
diventata teoria
e dottrina, i
poteri e le
forze che
divengono dei,
angeli e demoni.
Su tutto ciò si
stende il
sudario
dell’igienico
salutismo
californiano,
che però viene
da una nazione
che non si è mai
preoccupata di
rispettare il
Protocollo di
Kyoto.
Chiudiamo con
altra citazione
che conferma
come la
distinzione fra
vedere e capire
l’assoluto o
restare nella
limitazione sia
questione di
metodo ed
esperienza
umana, ma anche
e soprattutto di
una intuizione
intellettuale
che dovrebbe
esistere nella
propria natura:
“"Non vi è una
realtà finita o
particolare ed
una assoluta o
universale,
sebbene un modo
finito ed uno
assoluto di
sperimentare la
realtà, un
occhio finito ed
uno assoluto;
dimodoché il
problema resta
rinchiuso
nell'interiorità
dell'uomo e lo
sperimentalismo
trascendente
sbocca in un
pragmatismo
trascendente"
(J. Evola, in
Bilychnis,
1927).
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