Lo Strano Caso
del Libraio di
Cartagine
Marco Moretti

In un'opera di
Agostino di
Ippona, le
Ritrattazioni
(ossia
Revisioni),
Libro Secondo,
si legge una
notizia molto
interessante.
Quando mi
imbattei per la
prima volta in
questa menzione
leggendo l'opera
di Jean
Duvernoy, non
mancai di
stupirmene. Da
allora mi sentii
meno solo, certo
che la Verità è
e sarà sempre
capace di
manifestarsi in
forme del tutto
inattese anche
nei contesti più
orrendi. Riporto
il brano:
LVIII (LXXXV)
- Contro un
avversario della
Legge e dei
Profeti, due
libri
58. Nel
frattempo
avvenne che in
una piazza di
Cartagine posta
in riva al mare
si tenesse una
pubblica lettura
con larghissima
affluenza di un
pubblico molto
attento e
interessato. Ad
interessare
l'uditorio era
il libro di un
eretico, o
seguace di
Marcione o
comunque
annoverabile fra
coloro il cui
errore consiste
nel ritenere che
non sia stato
Dio a creare il
mondo e secondo
i quali il Dio
della Legge
trasmessa per
tramite di Mosè
e dei Profeti
che si rifanno a
quella Legge non
sarebbe il vero
Dio, bensì un
demone fra i più
malvagi (141).
Alcuni fratelli
di intensa fede
cristiana
riuscirono a
porvi sopra le
mani e me lo
inviarono senza
indugio perché
lo confutassi,
rivolgendomi un
pressante invito
perché non
dilazionassi la
mia risposta. Ho
articolato la
mia confutazione
in due libri ai
quali ho
premesso come
titolo: Contro
un avversario
della Legge e
dei Profeti. Il
codice che mi
era stato
inviato non
recava infatti
il nome
dell'autore.
Quest'opera
incomincia così:
Col libro che mi
avete inviato, o
amatissimi
fratelli.
Ecco anche
l'incipit
dell'opera a cui
si fa
riferimento,
intitolato per
l'appunto
"Contro
l'avversario
della Legge e
dei Profeti":
Fratelli
carissimi, per
rispondere in
modo breve, per
quanto posso, al
libro di non so
quale eretico,
che mi avete
inviato, ho
indicato in
primo luogo
quale errore
venga in esso
trattato.
Secondo quanto
avete scritto,
il testo veniva
letto sulla
piazza del porto
alla turba che
accorreva con
pericolosa
curiosità e
ascoltava con
piacere. In
verità i
Manichei non
sono gli unici
che condannano
la Legge e i
Profeti, ci sono
anche i
Marcioniti e
alcuni altri le
cui sette non
sono molto
conosciute dal
popolo
cristiano.
Questo
individuo, il
nome del quale
da questo libro
non sono
riuscito a
trovare, rigetta
Dio come
creatore del
mondo, mentre i
Manichei non
accettano il
libro della
Genesi e lo
bestemmiano,
senza dubbio
professano però
che Dio ha
creato il mondo
buono, sebbene
da una natura
differente dalla
propria e
plasmando la
materia. Per
quanto, dunque,
io non sia
riuscito a
scoprire di che
setta sia questo
individuo
blasfemo, la
Scrittura divina
che egli attacca
con le sue
malevoli
discussioni deve
esser difesa
contro la sua
lingua. Inoltre,
poiché vuol
apparire in ogni
modo cristiano,
giacché adduce
alcune
testimonianze
del Vangelo e
dell'Apostolo,
dev'esser
confutato
ricorrendo anche
alle Scritture
che fanno parte
del Nuovo
Testamento,
affinché si veda
in modo ancora
migliore che
egli,
nell'attaccare
il Vecchio
Testamento,
delira più con
sconsideratezza
che con
furbizia.
Essendo il
mondo in cui
siamo costretti
a vivere proprio
la creazione del
peggiore di
tutti i Demoni,
il più maligno
in assoluto,
ecco che le
farneticazioni
di Agostino
d'Ippona ci sono
arrivate
integralmente,
mentre l'opera
pregevole
venduta dal
Libraio di
Cartagine è
andata perduta.
Solo un'ombra
sopravvive nelle
testimonianze
citate. Di certo
doveva essere un
capolavoro di
logica e di
precisione,
contenente un
tale tagliente
insieme di
Verità da avere
il potere di
dissipare
l'ignoranza
degli apologeti
cattolici come
il sole ha il
potere di
sciogliere la
neve e la brina.
La sparizione
del volume è di
per sé una prova
dell'appartenenza
delle nazioni al
Creatore
Malvagio: non si
dà caso in cui
la Verità
attecchisca
stabilmente tra
le genti. Perché
inoltre i
cattolici
avrebbero dovuto
preoccuparsi del
testo se non
fossero stato
essi stessi
sommamente
insicuri della
propria fede
falsa e
contraddittoria?
La pressante
richiesta di
confutazione
fatta al loro
campione
Agostino prova
la loro
inquietudine. E
se questo senso
di turbamento è
stato sempre
soffocato dalla
forza imperiale
e dalla
brutalità della
Chiesa Romana,
ecco che in
questi tempi
calamitosi io
squarcio la
foschia per far
baluginare di
nuovo la Verità
affermata a
Cartagine.
Duole
constatare che
tanto tempo sia
passato dalla
fragile
confutazione
fatta da
Agostino senza
che si sia
prodotta una
risposta
adeguata. Resta
il fatto che
alcune
informazioni
tramandate dall'Ipponense
sono preziose
per uno studio
più
approfondito.
Egli parla di
alcune sette non
Manichee né
Marcionite, e
dichiara che
sono poco
conosciute nel
mondo cristiano.
A cosa allude
esattamente?
Forse non lo
sapremo mai. Con
ottimi
argomenti,
Duvernoy dubita
che l'autore
avesse a che
fare con il
Manicheismo e
con il
Marcionismo, ma
va detto anche
che non
suggerisce
alcuna soluzione
alternativa. In
effetti i
Marcioniti
avevano come
solo testo sacro
una versione
abbreviata del
Vangelo di Luca
e non
utilizzavano
altri scritti
del Nuovo
Testamento. Il
concetto di
creazione
esposto non si
collega al
Manicheismo e
nemmeno allo
Gnosticismo. Si
noti che non si
usa il termine
Demiurgo né si
parla di Eoni e
articolate
Ipostasi.
Agostino
aggiunge anche
che l'autore del
testo si
definiva
cristiano, e
questo è molto
interessante. Il
modo di
argomentare
descritto è
molto simile a
quello dei
Catari del
Medioevo, che
come mostrato
ampiamente
utilizzavano sia
brani
dell'Antico che
del Nuovo
Testamento per
dar vita a
confutazioni
tanto efficaci
che la maligna
Chiesa di Roma
non poté in
alcun modo
ribattere se non
con il potere
del ferro e del
fuoco. In
particolare la
teologia del
Libro di
Cartagine è
simile nel suo
nucleo a quella
dei Catari
Assoluti.
Un'altra cosa
che notiamo
leggendo
Agostino è che
la popolazione
che ascoltava
con piacere il
libro era la
maggioranza,
mentre i
cattolici che ne
furono
scandalizzati
erano
evidentemente un
pugno di
persone. Detto
questo, stupisce
non poco che un
simile episodio,
a parer mio
tanto strano e
significativo,
sia stato così
trascurato.

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