La religione dei
Catari continua
una tradizione
cristologica
molto antica,
che era già
perfettamente
definita dai
grandi Maestri
Gnostici
dell'epoca
imperiale, e che
continuò nei
Manichei, nei
Priscillianisti,
nei Pauliciani,
per poi
ritrovarsi tra i
Bogomili di
Bulgaria ed
essere così
diffusa
nuovamente in
Occidente. E' il
Docetismo, la
dottrina che
nega la realtà
della natura
corporea di
Cristo.
L'incompatibilità
dell'universo
materiale con
l'universo dello
Spirito è
stridente e
assoluta, e la
coesistenza di
anima e corpo
negli esseri
viventi è opera
del Creatore
Malvagio. Se
questa triste
sorte tocca alle
anime
precipitate dal
cielo e
rinchiuse nelle
tuniche di pelle
e di carne, si
capisce che
Cristo non poté
sottostare a
tutto ciò. Non è
necessario
cercare nei
Vangeli
apocrifi: già
dai Vangeli a
tutti noti come
canonici è
evidente che non
ci fu mai alcun
patto tra Dio e
Belial. In
Cristo non può
quindi aver
avuto luogo
l'incoerente
partecipazione
alla natura del
Bene e al
contempo del
Male. Essendo
stato inviato
dal Dio dei
Buoni Spiriti
per portare al
mondo la
Conoscenza
salvifica, non è
possibile che si
sia piegato a
un'esistenza
dominata
dall'umiliazione
fisica. Il suo
corpo non era di
carne, ma ne
aveva solo
l'apparenza. In
altre parole, la
sua fisicità era
DOKOS, ossia
illusione. E'
questa
l'etimologia
della parola
Docetismo,
corradicale al
greco DOKEIN
'apparire'.
Quando Giovanni
ci dice che il
Verbo si fece
Carne, intende
dire che simulò
la carne, non
certo che ne
rimase
incarcerato come
insegna invece
la Chiesa di
Roma.
Le conseguenze
di questo dogma
sono
innumerevoli.
Innanzitutto,
Cristo non poté
in alcun modo
incarnarsi nel
ventre di Maria.
Il termine usato
dai Buoni Uomini
è Adombramento.
Cristo cioè
passo attraverso
Maria come un
liquido passa
attraverso un
tubo, senza
prendere nulla
dal corpo di
lei. Il punto di
entrata è da
identificarsi
con un orecchio
della Vergine, e
da lì il bambino
comparve al suo
fianco senza
transitare dal
canale
riproduttivo.
Come disse e
ribadì più volte
l'Amico di Dio
Peire Autier al
principio del
XIV secolo, in
nessun modo
qualcosa di
sporco come il
ventre di una
femmina potrebbe
mai essere stato
la dimora di
Cristo.
Questo bambino
non era affatto
come i bambini
umani, essendo
simile a quello
che oggi si
chiamerebbe
ologramma. In
particolare non
era provvisto
neppure di un
abbozzo di
organi genitali,
ma era liscio
come una
bambola. Per
combattere
questa idea, la
Chiesa di Roma
ordinò che i
pittori
dipingessero il
Bambin Gesù con
l'organo
genitale bene in
evidenza. Per
questo motivo,
suppongo che a
Genova i Catari
chiamassero per
scherno quel
membro
'budellino', e
di qui ne derivò
la parola
'belin', che
ancora oggi in
quella città
indica il pene.
Mentre i suoi
compagni ed
amici mangiavano
e bevevano,
Cristo crebbe
dando soltanto
l'illusione di
alimentarsi,
mentre in realtà
né mangiò né
bevve. Non
introdusse
alcuna sostanza
organica nel
fantasma che
era. Quando fu
adulto non emise
mai seme e non
concupì mai in
alcun modo la
carne di una
femmina: non
possedeva in
alcun modo il
mezzo per farlo,
e la sua volontà
di certo nutriva
ripugnanza per
simili sozzure.
La sua passione
sulla croce fu
parimenti
illusoria, ed
egli ascese al
Cielo
direttamente,
perché gli
Inferi in cui
discese sono in
realtà questo
stesso mondo di
materia.
L'Inferno in cui
Cristo si calò è
una regione,
proprio come il
Piemonte, la
Lombardia o la
Bosnia, così
dicevano i
Catari italiani
del XIII-XIV
secolo.
La Salvezza che
Cristo portò al
mondo non fu,
come dice la
Chiesa di Roma,
l'assumere su di
sé i peccati
dell'umanità
redimendola
tramite lo
strazio di un
corpo materiale,
ma bensì la
rivelazione
dell'Intendimento
del Bene, che è
il vero nome del
Catarismo. Si
tratta della
consapevolezza
dell'assoluta
malvagità di
tutto ciò che è
transeunte,
unitamente al
Battesimo di
Spirito che
permette
all'anima caduta
di
ricongiungersi
allo Spirito,
fuggendo così da
questa realtà.
Le conseguenze
del Docetismo
però non
finiscono
affatto qui. Vi
è tutto un
insieme di
concatenazioni
che riguardano
più
specificamente
il mondo
moderno, quello
in cui viviamo.
Le riassumerò in
poche parole. La
Dottrina Catara
nega qualsiasi
possibilità di
esistenza di una
stirpe originata
dal seme di
Cristo.
Equivocando il
contenuto di
testi gnostici
che parlano del
matrimonio
SPIRITUALE tra
Cristo e la
Maddalena (del
tutto simile a
quello di Anima
e Spirito che si
realizza nel
consolato), è
invalsa la moda
tra le genti
mondane di
credere che tra
i due si sia
consumata
un'unione fisica
produttrice di
feti. Ciò è
molto più
blasfemo per i
Catari di quanto
non lo sia per
qualunque
cattolico.
Il Docetismo
spazza via in un
solo colpo la
mistica del
Graal come
sangue della
passione, a meno
che non vogliamo
ritenerlo il
fluido
plasmatico non
terreno di cui
parla lo
scrittore di
fantascienza
Philip K. Dick
nella
Trilogia di
Valis.
Il Docetismo
annienta tutte
le speculazioni
sui
Merovingi
come discendenti
di Cristo, come
ho più volte
dimostrato (repetita
juvant). Allo
stesso modo
distrugge i
misteri di
Rennes-le-Chateau,
i deliri dei
Sinclair e dei
Plantard, le
immonde
blasfemie del
turpe Saunière.
Permette, in
modo molto
semplice e
concreto, di
raggiungere lo
scopo che invano
moltissimi
cattolici
cercano invano
di perseguire:
smantellare il
Codice Da Vinci.
Solo seguendo la
retta Fede dei
Buoni Uomini si
smascherano gli
inganni.
Mi è stato fatto
notare come il
Docetismo sia
implausibile,
come anzi
costituisca un
punto debole del
Catarismo. Io
invece affermo
che è una
naturale
conseguenza
degli
insegnamenti
dualisti
anticosmici. A
coloro che mi
deridono perché
vi aderisco,
faccio notare
come dal punto
di vista logico
ciò che credo
sia impeccabile,
in quanto parte
di un sistema
filosofico
coerente e di
grandissima
profondità. Loro
però non mettono
in discussione
che il loro
stesso corpo
fisico risorgerà
dai vermi e dal
terriccio.