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Le Chiese Gnostiche

Per gentile concessione del CESNUR( www.cesnur.org )



La storia delle Chiese gnostiche è inseparabile dall’avventura spirituale di Jules-Benoît Doinel (1842-1902). Nato a Moulins, nel 1842, in una famiglia di grande pietà cattolica, nell’adolescenza sperimenta esperienze mistiche e visioni di san Stanislao Kostka (1550-1568), un novizio gesuita morto a diciotto anni e celebrato come esempio di obbedienza e di castità. Nel 1859 entra nel noviziato gesuita di Montciel: ma i gesuiti non apprezzano le sue visioni, e lo allontanano nel 1861. A vent’anni, si lancia nell’archivistica a Parigi e si diploma alla prestigiosa École des Chartes nel 1866; nello stesso anno è nominato archivista ad Aurillac.

Nel frattempo aveva abbandonato il cattolicesimo e si era scoperto doti di medium spiritista. Tuttavia nel 1868 si sposa e la moglie, l’attrice Stéphanie-Françoise Le Clerc (1835-1873), fervente cattolica, lo riporta alla fede della sua infanzia. Promosso archivista a Niort nel 1869, pur continuando a praticare la fede cattolica, Doinel riprende le sedute spiritiche. Dopo la morte della moglie nel 1873 – e un secondo matrimonio nel 1874, che questa volta lo fa entrare in relazione con una famiglia di tradizioni repubblicane e massoniche – abbandona nuovamente la Chiesa ed è iniziato nel Grande Oriente di Francia nel 1884, dopo essere stato promosso agli importanti archivi di Orléans nel 1875. Le sue doti professionali, dopo l’ingresso in massoneria, lo portano a essere nominato archivista del Grande Oriente e bibliotecario-conservatore del Museo massonico. Nel 1882 Doinel aderisce brevemente al curioso movimento monodista, promosso dal figlio del famoso pastore protestante ginevrino Jean Monod (1765-1836), Guillaume Monod (1800-1896), che si proclama il nuovo messia e il Cristo ritornato sulla Terra. Nel 1890 – pur essendo ancora monodista – Doinel entra in contatto con Gérard Encausse, detto “Papus” (1865-1916), e fonda la branca di Orléans del Gruppo Indipendente di Studi Esoterici, aderendo anche all’Ordine Martinista.

Pur tra multiple appartenenze – fra cui non va dimenticata la Società Teosofica – Doinel riserva i suoi maggiori interessi allo gnosticismo antico e ai catari, su cui pubblica vari saggi. Decisivo per la successiva fondazione della Chiesa gnostica è l’incontro di Doinel con la contessa Maria Mariátegui (1830-1895), divenuta per successivi matrimoni duchessa di Pomar e Lady Caithness, il cui salotto parigino era frequentato dai principali protagonisti del mondo esoterico, dello spiritismo e della Società Teosofica (fra cui la stessa Helena Petrovna Blavatsky [1831-1891]). La duchessa si diceva a sua volta favorita da visioni e si considerava la reincarnazione di Maria Stuarda (1542-1587), in onore della quale aveva fondato una società segreta, il Cercle de l’Étoile Celeste.

La storia della nascita della Chiesa gnostica è stata raccontata dallo stesso Doinel, in fasi diverse della sua vita, in modi differenti. È probabile che Doinel abbia anzitutto pensato alla duchessa di Pomar come capo visibile di una Chiesa gnostica, di cui egli avrebbe dovuto essere il vescovo. Qualche giorno prima del 17 maggio 1890 – quando Doinel firma il primo “mandamento” come vescovo gnostico – è consacrato nell’oratorio della duchessa, probabilmente dalla stessa nobildonna. Successivamente, nel giugno 1890, si tiene sempre presso la duchessa di Pomar la famosa seduta spiritica dove quarantuno vescovi catari si manifestano e consacrano Doinel come patriarca e fondatore di una nuova Chiesa gnostica. Doinel riteneva che il suo ruolo dovesse essere subordinato a quello di una “Sophia terrestre”, che – secondo la sua interpretazione dell’insegnamento degli gnostici antichi – doveva essere costantemente presente sulla Terra. Dopo il rifiuto della duchessa di Pomar e di altre candidate, Doinel – che sembra davvero essere stato in contatto con tutte le religioni alternative del suo tempo – cerca conforto nella cappella swedenborgiana della rue Thouin a Parigi, dove una visione lo convince ad accontentarsi di una Sophia non incarnata e puramente spirituale.

Già nel 1890 l’archivista, con i poteri che ritiene gli siano stati conferiti, inizia a consacrare vescovi gnostici, fra cui si contano i nomi più noti dell’esoterismo francese, da Papus a Paul Sédir (pseudonimo di Yvon Le Loup, 1871-1926). Anche una donna, Marie Chauvel de Chauvigny (1842-1927) è consacrata vescovo con il nome di Esclarmonde, sulla base di dubbi precedenti catari. Nel 1892 si può riunire un sinodo della Chiesa gnostica, che conferma la carica patriarcale di Doinel e gli conferisce il nome di Valentino II (Valentino I essendo stato, in questa logica, lo gnostico del II secolo). In questo sinodo (secondo altri nel secondo, tenuto nel 1894) è consacrato vescovo l’esoterista Léonce Fabre des Essarts (1848-1917) con il nome di Synésius. Negli anni fra il 1890 e il 1894 Doinel dà alla Chiesa gnostica un catechismo e un rituale, che mescola – non senza creare un insieme a suo modo coerente – elementi dello gnosticismo antico e del catarismo, argomenti su cui non si può non riconoscere a Doinel una grande erudizione anche se – evidentemente – il tentativo di resuscitare esperienze religiose terminate da secoli ha pur sempre un che di artificiale.

L’atteggiamento del fedele della Chiesa gnostica è riassunto in questa risposta del Catechismo di Doinel: “Sono Gnostico Valentiniano. Ho il Pleroma per Padre, Christo per Salvatore, Simone e Valentino per dottori, Elena e Sophia per appoggi, e attendo l’avvento di Nostra Signora Pneuma-Agion, l’Eterno Femminino”. Nelle difficoltà di ricostruire la vita rituale dello gnosticismo antico, per i sacramenti Doinel si rivolge ai catari di cui riprende il Consolamentum e l’“Appareillantum” (un rito penitenziale), mentre per l’eucarestia si ispira liberamente alla messa cattolica. Nella sostanza con la Chiesa gnostica Doinel aveva creato una società iniziatica di intonazione massonica, con una mitologia gnostica e un rituale cataro. Il suo successo si doveva alla possibilità di una “doppia appartenenza” (e anche tripla o quadrupla) offerta a chi già faceva parte di altre strutture iniziatiche: molti dei membri della Chiesa gnostica erano anche massoni (regolari o “di frangia”), martinisti e membri di una grande varietà di altre organizzazioni e società esoteriche.

Nel dicembre 1894 Doinel si dimette dalla massoneria e nel 1895 annuncia la sua conversione al cattolicesimo. Nel maggio 1895 con lo pseudonimo Jean Kostka – che rimanda al santo novizio gesuita venerato nell’adolescenza – pubblica Lucifer démasqué in cui racconta in tono fortemente critico le sue esperienze nella massoneria, nella Società Teosofica, nella cerchia della duchessa di Pomar (che muore nello stesso 1895) e nella Chiesa gnostica. Per comprendere l’impatto della conversione di Doinel e del volume occorre ricordare che nel 1895 si è nel pieno del caso di Léo Taxil (pseudonimo di Marie-Joseph-Antoine-Gabriel Jogand, 1854-1907), un ex-massone che afferma di essersi convertito al cattolicesimo e le cui rivelazioni sulla presenza fisica di Satana e dei satanisti nelle logge massoniche dividono lo stesso campo antimassonico, dove alcuni le abbracciano con entusiasmo, altri sospettano un inganno. È Taxil nel 1895 ad accogliere Doinel negli ambienti antimassonici più accesi, salutandolo come un collega di conversione.

Nel novembre 1895 Taxil e Doinel fondano insieme la Lega del Labarum Anti-Massonico, una curiosa struttura che lascia un’impressione di “massoneria cattolica”, in tre gradi per gli uomini e uno per le donne. Il 19 aprile 1897 Taxil pronuncia la famosa conferenza alla sala parigina della Société de Géographie dove rivela di non essersi mai veramente convertito e di essersi semplicemente voluto prendere gioco dell’estrema credulità dei cattolici. Le polemiche successive rischiano di travolgere anche Doinel, che tuttavia continua fino al 1899 a pubblicare resoconti delle sue precedenti attività in stile antimassonico. Che cosa pensi veramente Doinel in questi anni è difficile da decifrare, e oggetto di controversie fra gli storici. Il 31 dicembre 1899, in una lettera a Fabre des Essarts – che, dopo le sue dimissioni, era diventato patriarca della Chiesa gnostica – afferma di non avere mai veramente abbandonato lo gnosticismo. Nel 1900 e 1901 lo troviamo occasionalmente attivo nella Chiesa gnostica, non come patriarca ma come semplice vescovo. Tuttavia nel frattempo frequenta regolarmente la messa cattolica e nel 1902 pubblica un libro, chiaramente cattolico, di poesie devote. Quando muore, il 16 marzo dello stesso anno 1902, i cattolici e gli gnostici assicurano entrambi che è morto nella loro rispettiva fede.

Per alcuni Doinel, a differenza di Taxil, è un sincero convertito al cattolicesimo, per altri un infiltrato alla Taxil. Le cose sono, probabilmente, insieme più semplici e più complicate. Doinel non è mai stato un infiltrato, ma piuttosto un auto-infiltrato, costantemente alle prese con la sua stessa ambiguità. Se molti esoteristi del suo tempo appartengono insieme a numerose organizzazioni occulte, Doinel va oltre e frequenta insieme la messa cattolica, la massoneria, gli ambienti teosofici francesi affascinati dal buddhismo, il monodismo e la Chiesa gnostica. Doinel non rinuncia mai, fra due posizioni inconciliabili, a stare da tutte e due le parti, a vivere la dialettica e la contraddizione senza mai risolverle. In questa prospettiva non è forse neppure corretto chiedersi se le sue ripetute conversioni dal cattolicesimo allo spiritismo e allo gnosticismo e viceversa siano state “vere” o “false”: probabilmente erano vere e false insieme, e quanto vere o quanto false lo stesso Doinel non deve mai averlo veramente saputo. L’archivista francese è così un emblema della complessità dell’ambiente del nuovo gnosticismo, che non risolve le contraddizioni in una sintesi, ma più spesso le giustappone in un sincretismo.

Dopo Doinel e le sue conversioni la Chiesa gnostica non riuscirà più a occupare le prime pagine dei quotidiani, ma è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Per i ventuno anni in cui Fabre des Essarts ne rimane patriarca, la Chiesa gnostica riesce anzi a espandersi in diversi paesi, dal Belgio alla Germania, dalla Russia agli Stati Uniti. Continua a essere di bon ton per chiunque sia qualcuno nel mondo dell’esoterismo ricevere una consacrazione come vescovo gnostico: lo ottiene nel 1909 anche il giovane René Guénon (1886-1951), che prende nella Chiesa gnostica il nome di Palingénius. L’ambiente degli esoteristi, soprattutto in Francia, essendo per sua natura incline alla divisione e allo scisma, anche la Chiesa gnostica non poteva presto o tardi non patirne. A causa anche di vicende interne al martinismo, Jean Bricaud (1881-1934), che era stato consacrato vescovo gnostico nel 1901, promuove nel 1907 uno scisma e fonda una “Chiesa cattolica gnostica”, chiamata dal 1908 Chiesa Gnostica Universale.

La Chiesa gnostica di Fabre des Essarts continua le sue attività grazie, all’origine, a Guénon che ne dirige la rivista, La Gnose, dal 1909 al 1912. Quando Guénon decide di abbandonare la Chiesa gnostica di Fabre des Essarts, nel 1912, questa entra in un periodo di decadenza, aggravato dalla morte del patriarca nel 1917. Gli succede – senza assumere il titolo di patriarca, ma solo quello di presidente del Sinodo – Léon Champrenaud (1870-1925), quindi Patrice Genty (1883-1964), che nel 1932 – utilizzando la terminologia massonica – “mette in sonno” la Chiesa ormai agonizzante, anche se alcuni vescovi non accettano la decisione del patriarca e continuano un’attività indipendente fino al 1960, anno in cui si riuniscono con la branca di Lione. Quest’ultima, la Chiesa Gnostica Universale, derivava dal citato scisma di Bricaud, e le divisioni fra Lione e Parigi erano parallele a divisioni nel martinismo e nei riti di frangia “egiziani” dell’ambiente massonico francese. Dal 1913 Bricaud aveva, peraltro, una carta in più. Nell’ambiente delle “piccole Chiese” in genere si considera importante detenere una linea di successione apostolica considerata valida (ancorché, evidentemente, illecita) secondo i criteri del diritto canonico cattolico.

Naturalmente la consacrazione “spiritica” di Doinel non gli conferiva alcuna successione apostolica. Invece, il 21 luglio 1913 Bricaud riesce a farsi consacrare vescovo da Louis-François Giraud (1876-1950), che a sua volta era stato consacrato nel 1911 da Julien-Ernest Houssay (1844-1912), noto nel mondo dell’occultismo e dei guaritori popolari come “abbé Julio”, la cui linea di successione apostolica risaliva a Joseph-René Vilatte (1854-1929), forse la figura più importante nella storia delle “piccole Chiese” e dell’intero movimento dei “vescovi vaganti”, che era stato consacrato a Ceylon nel 1892 da tre vescovi della Chiesa siro-malankarita, che non è in comunione con Roma ma i cui ordini sono riconosciuti come validi dalla Chiesa cattolica. La possibilità di rivendicare una successione apostolica conferisce alla Chiesa Gnostica Universale di Bricaud un elemento di attrazione in più rispetto alla branca parigina di Fabre des Essarts, cui riesce a sottrarre numerosi aderenti.

Alla morte di Bricaud, gli succede Constant Chevillon (1880-1944). Negli anni 1930 la Chiesa lionese è coinvolta nelle polemiche che derivano dall’irruzione sulla scena esoterica europea dell’Ordine della Rosa-Croce AMORC americano di Harvey Spencer Lewis (1883-1939) e dal tentativo di quest’ultimo di federare la maggior parte delle organizzazioni iniziatiche mondiali nella FUDOSI. Chevillon non aderisce alla FUDOSI ma all’organizzazione rivale FUDOFSI. Un vescovo della Chiesa lionese, Victor Blanchard (1877-1953), aveva invece partecipato alla riunione di fondazione della FUDOSI tenuta a Bruxelles nel 1934, dando origine di fatto a uno scisma che permarrà fino agli anni 1950. Problemi ben più gravi, in ogni caso, sorgono con la Seconda guerra mondiale, in cui la Chiesa gnostica è perseguitata dal nazismo e dai collaborazionisti francesi, alcuni dei quali assassinano il patriarca Chevillon nel 1944. Dopo un periodo confuso gli succede il martinista Henri-Charles Dupont (1877-1960). Poco prima di morire, Dupont si dimette dalla sua carica per permettere a Robert Ambelain (1907-1997) – che nel 1942 aveva “risvegliato” un Ordine Martinista degli Eletti Cohen – di perseguire un ambizioso progetto di riunificazione di tutte le ormai numerose branche delle Chiese gnostiche di origine francese, facendole confluire tutte nella Chiesa Gnostica Apostolica che aveva fondato nel 1958. Il tentativo è coronato da successo, ma nel 1967 – ormai rivolto ad altri interessi – Ambelain lascia la guida della Chiesa Gnostica Apostolica, che cessa di esistere come realtà internazionale, dopo varie traversie, nel 1983. Restano tuttavia varie realtà nazionali, fra cui la Chiesa rosacrociana apostolica in Francia e in Belgio (con un’attiva branca greca), e una Chiesa gnostica alle Barbados, che rappresentano – con altre realtà più piccole – quanto rimane della tradizione fondata da Doinel. Un’attività gnostica di origine doineliana continua, anche se su scala piuttosto ridotta, anche in Italia.




     
       

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