Chissà per quale
ragione ci si
interessa della
presunta
aderenza
antisemitica di
Jung proponendo
tesi che esulano
dal rapporto
finalistico e
prospettico
della psicologia
junghiana
all'apprezzamento
orientativamente
positivo della
natura umana. A
differenza di
quel pessimismo
di Freud che
avrebbe assunto
una posizione
dominante nel
campo della
psicoanalisi e
delle scienze in
generale,Jung
indagò il
telos
ultimo nella
psiche:il
profondo
rapporto con
l'interiore
simbolismo degli
archetipi ora
visti in difesa
di un pensiero
gnostico,ora
visti a
testimonianza
del pensiero
alchemico,ma
legittimi
nell'esplorazione
e nei metodi di
ricerca e di
indagine
psichici. La
delegittimazione
dell'anima per
opera di Freud
fu infatti un
inferto colpo
per Jung,alla
sua ottimistica
e coraggiosa
visione di quei
processi
positivi della
psiche che
validavano tesi
e ricerche in
ambito
scientifico-religioso.
Un ambito
questo,che Freud
strumentalizzò a
sua volta,ma
cercando di
sminuirne le
istanze al
vaglio di una
critica
psicoanalitica.
Lo stretto corpo
a corpo di Jung
con il materiale
inconscio
intorno al 1913
e 1916 (Il
Libro Rosso
2010)promosse
una certa
fiducia dello
psicoanalistista
zurighese nei
simboli
esoterici della
Gnosi,veri
corrispettivi di
quell'anima
mistica che
nella sua
tribolazione psicologica
intendeva sanare
la frattura tra
cristianesimo e
paganesimo.
Quest'impostazione
che Jung
prospettò su
Tipi Psicologici
(1921) diede
nuovo ordine al
suo impianto
scientifico che
assemblava
sempre più pezzi
di quella
tradizione
eretico-psicologica
che rendeva le
discipline
ermetico
sapienziali
incanalate nella
rilettura
junghiana e di
Jung,un laterale
percorso di
auto-iniziazione
personale. E
mentre
l'essoterico
Freud inquadrava
le analisi in
quell'anomalia
psichica da lui
definita
"inconscio",l'esoterico
Jung ne
attingeva i
profondi
territori
esperienziali,esperendo
accuratamente
l'intima
compresenza
degli archetipi
e del numinosum
transpersonale.
Esperienza che
fu seguita da
ciò che Jung
definiva
oggettivazione
psichica della
realtà
simbolica. Tale
processo
ermeneutico di
sintesi allertò
seriamente la
coscienza di
Jung che intanto
considerava di
prioritaria
importanza l'attegiamento
psicologico
religioso
dinanzi alla
fonte numinosa
altera. L'aver
decriptato e
codificato
l'immagine
primordiale dopo
averla
rielaborata e
successivamente
sintetizzata
attraverso un
processo
ermeneutico e
creativo in cui
imago
diviene
poiesis
facilitando
l'essere della
prosa e
dell'idea
originaria vista
come linguaggio
archetipico
fonte e ponte
tra
symballein
e Sinn
(simbolo e
senso),rese
l'analisi del
terzo elemento (Ubersinn),una
pietra di
paragone per
tutte le
indagini di Jung
a venire. Non è
una dicotomia
l'incontro del
non senso e del
senso con
il simbolo
essendo essi
attraversati dal
ponte
invisibile,il
tertium
per l'appunto.
Freud cercò una
riduzione
attraverso il
darwinismo,cosa
che non fece
Jung pur
seguendo le orme
di
Ernst Haeckel
sulla
pionieristica
teoria della
ricapitolazione
filogenetica.
Probabilmente
Jung individuò
la
poiesis
nel regno della
psicoanalisi
combinando il
senso della
poetica
all'apparato
scientifico ed
epistemologico
divulgativo.
L'essere si dà
all'uomo,disse
Heidegger. Di
sicuro Jung
risalì
all'immagine
primordiale con
il dispiegamento
ambiguo e
poliedrico del
suo fare anima
in prosa e
poesia. Se non
altro la
psicologia che
viene ad
intendersi come
anima o
Seele,da
allora si aprì
del tutto a
contesti
mito-narrativi e
poetici,dove è
mythos in
funzione di
poesia a
privilegiare sul
variegato
dominio di
logos a
cui va
addebitata
almeno in parte
la ricerca
psicoanalitica
avviata,mantenuta
e sostenuta da
Freud e dai suoi
seguaci.
Riferimenti:
C. G. Jung, Tipi
psicologici,
Newton Compton
editori, Roma
2009.
C. G. Jung, La
psicologia
dell’inconscio,
Newton Compton
editori, 1989
Roma.
C. G. Jung, La
libido, simboli
e
trasformazioni,
Newton Compton,
Editori, 2006
Roma.
C. G. Jung,
Psicologia e
alchimia in
Opere Vol. 12,
Bollati
Boringhieri
editore, 2006,
Torino.
C. G. Jung., Il
Libro Rosso.,
Liber novus., A
cura e con
introduzione di
Sonu Shamdasani,
Bollati
Boringhieri
2010.