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Freud e Jung: Due Anime contrapposte.

Diego Pignatelli

 

Chissà per quale ragione ci si interessa della presunta aderenza antisemitica di Jung proponendo tesi che esulano dal rapporto finalistico e prospettico della psicologia junghiana all'apprezzamento orientativamente positivo della natura umana. A differenza di quel pessimismo di Freud che avrebbe assunto una posizione dominante nel campo della psicoanalisi e delle scienze in generale,Jung indagò il telos ultimo nella psiche:il profondo rapporto con l'interiore simbolismo degli archetipi ora visti in difesa di un pensiero gnostico,ora visti a testimonianza del pensiero alchemico,ma legittimi nell'esplorazione e nei metodi di ricerca e di indagine psichici. La delegittimazione dell'anima per opera di Freud fu infatti un inferto colpo per Jung,alla sua ottimistica e coraggiosa visione di quei processi positivi della psiche che validavano tesi e ricerche in ambito scientifico-religioso. Un ambito questo,che Freud strumentalizzò a sua volta,ma cercando di sminuirne le istanze al vaglio di una critica psicoanalitica. Lo stretto corpo a corpo di Jung con il materiale inconscio intorno al 1913 e 1916 (Il Libro Rosso 2010)promosse una certa fiducia dello psicoanalistista zurighese nei simboli esoterici della Gnosi,veri corrispettivi di quell'anima mistica che nella sua tribolazione psicologica intendeva sanare la frattura tra cristianesimo e paganesimo. Quest'impostazione che Jung prospettò su Tipi Psicologici (1921) diede nuovo ordine al suo impianto scientifico che assemblava sempre più pezzi di quella tradizione eretico-psicologica che rendeva le discipline ermetico sapienziali incanalate nella rilettura junghiana e di Jung,un laterale percorso di auto-iniziazione personale. E mentre l'essoterico Freud inquadrava le analisi in quell'anomalia psichica da lui definita "inconscio",l'esoterico Jung ne attingeva i profondi territori esperienziali,esperendo accuratamente l'intima compresenza degli archetipi e del numinosum transpersonale. Esperienza che fu seguita da ciò che Jung definiva oggettivazione psichica della realtà simbolica. Tale processo ermeneutico di sintesi allertò seriamente la coscienza di Jung che intanto considerava di prioritaria importanza l'attegiamento psicologico religioso dinanzi alla fonte numinosa altera. L'aver decriptato e codificato l'immagine primordiale dopo averla rielaborata e successivamente sintetizzata attraverso un processo ermeneutico e creativo in cui imago diviene poiesis facilitando l'essere della prosa e dell'idea originaria vista come linguaggio archetipico fonte e ponte tra symballeinSinn (simbolo e senso),rese l'analisi del terzo elemento (Ubersinn),una pietra di paragone per tutte le indagini di Jung a venire. Non è una dicotomia l'incontro del non senso e del senso con il simbolo essendo essi attraversati dal ponte invisibile,il tertium per l'appunto. Freud cercò una riduzione attraverso il darwinismo,cosa che non fece Jung pur seguendo le orme di Ernst Haeckel sulla pionieristica teoria della ricapitolazione filogenetica. Probabilmente Jung individuò la poiesis nel regno della psicoanalisi combinando il senso della poetica all'apparato scientifico ed epistemologico divulgativo. L'essere si dà all'uomo,disse Heidegger. Di sicuro Jung risalì all'immagine primordiale con il dispiegamento ambiguo e poliedrico del suo fare anima in prosa e poesia. Se non altro la psicologia che viene ad intendersi come anima o Seele,da allora si aprì del tutto a contesti mito-narrativi e poetici,dove è mythos in funzione di poesia a privilegiare sul variegato dominio di logos a cui va addebitata almeno in parte la ricerca psicoanalitica avviata,mantenuta e sostenuta da Freud e dai suoi seguaci.

 

Riferimenti:

 

C. G. Jung, Tipi psicologici, Newton Compton editori, Roma 2009.

C. G. Jung, La psicologia dell’inconscio, Newton Compton editori, 1989 Roma.

C. G. Jung, La libido, simboli e trasformazioni, Newton Compton, Editori, 2006 Roma.

C. G. Jung, Psicologia e alchimia in Opere Vol. 12, Bollati Boringhieri editore, 2006, Torino.

C. G. Jung., Il Libro Rosso., Liber novus., A cura e con introduzione di Sonu Shamdasani, Bollati Boringhieri 2010.

 

 




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